intervista di Cibotto Enrico direttore artistico Riso fa buon sangue 22 aprile 2020
Ha lavorato con Donato Sartori, Daniel Stain, Teatrocontinuo, Gerardo Guccini, Beppe Barra, Raffaele De Ritis, Alessandro Serena. Ha ricevuto il diploma di specializzazione al corso per attori professionisti indetto dalla Regione Veneto e l?Ente Nazionale Circhi: ?La riqualificazione dell?attore circense?. Ha collaborato con gli Stolperbaengel’s di Baden Baden, il Teatro dell?Angolo di Torino, Zumpa&Tallero di Venezia, l?Ensemble Vicenza, Finisterrae Teatri di Trento. Con Dario Fo in uno spettacolo in occasione del compleanno per i settant?anni di Franca Rame. Ha vinto numerosi premi, tra i quali: Premio miglior attore al Festival di teatro di Trieste 1991 e premio Omino Buffo come miglior attore al Festival del Teatro e Cinema di Boario Terme, vincitore e Premio ?Bacchetta d?Oro? al Festival Internazionale di Magia C.M.I. di Reggio Emilia, vincitore e Premio della Critica al “4° Festival del Cabaret Emergente” di Modena, Premio Ernst Thole al “6° Festival Nazionale del Cabaret” Torino, vincitore della 2° Rassegna Nazionale di Cabaret “Primo, secondo, terzo e Quartu-Crepapelle ’99”, Quartu S. Elena (CA). Ha partecipato a numerosi festival internazionali di
teatro, tra i quali: London International Mime Festival, Koln Comedy Festival, Festival de Tarrega, Open Air Rock Festival S. Gallo. Le sue tournée hanno toccato diversi paesi quali: Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Svizzera, Austria, Inghilterra, Irlanda, Polonia, Rep. Ceca, Giappone. Le trasmissioni televisive alle quali ha partecipato sono: Jeans2 RAI3, Doc RAI2, Domenica In RAI1, Raffaella Carrà Show Canale5 (ospite fisso), Maurizio Costanzo Show Canale5, Laboratorio5 Canale5, Gnù RAI3, Buona Domenica Canale5, Sette per Uno Rai1 (ospite fisso), Comedy in Casino Canale DRS Schweizer Fernsehen, Televisione Nazionale Svizzera, Zelig Off, Central Station (Comedy Central). Attualmente fa parte del gruppo comico-musicale Jashgawronsky Brothers.
1. Ciao DIEGO ti ritroviamo a casa in questo periodo “particolare”, un mondo diverso dal tuo mondo di serate e di pubblico che assiste i tuoi show…direi che è una scelta dettata dalle situazioni, che fa in questi casi un comico, un artista? Sicuramente mi è servito uno per meditare sulla nostra categoria di professionisti dello spettacolo e sul futuro, secondo per trovare altre strade, altre vie sia come attore che come comico, pensare più a me stesso per migliorarmi, una sorta di periodo sabbatico forzato che mi ha “forzato” a riflettere”
2. Chi sei? Sono Diego Carli, attore, comico, regista e musicista, troppo.
3. Che rappresenta per te la comicità? Per me la comicità è sempre stata un’esorcizzazione delle paure e delle angosce dell’individuo, uno stato d’animo e dell’essere, una grotta in cui rifugiarsi. Un togliere qualcosa da te per darlo agli altri ricevendo in cambio solo l’affetto di un applauso. E’ quel bambino che non hai mai voluto reprimere dentro di te crescendo ma continuare a farlo esprimere. Michail Bakunin, o chi per lui scrisse su un muro di Parigi: “Una risata vi seppellirà” e forse questo essere anarchici come Bakunin incarna appieno lo spirito del comico.
4. Quale mestiere facevi prima di entrare nel mondo dello spettacolo? Ero e forse lo sono ancora, un disegnatore di fumetti e grafico pubblicitario, ho gravitato nel mondo della comunicazione a buoni livelli e come fumettista facevo vignette satiriche e strip comiche per cui ce l’ho avuta sempre dentro in fondo, dalla tenera età.
5. Come fa uno che ha fatto il tuo lavoro a trasformarsi in comico? Nel mio caso, per caso. Costretto direi. partecipai al festival “Loano Cabaret” dove passavano allora mostri sacri (Paolo Rossi giovane, Ernst Thole, e il grande Walter Chiari solo per citarne alcuni) mi notarono e mi schiaffarono in TV da subito per cui persi il lavoro. Un dramma comico a tutti gli effetti.
6. Quale altro mestiere avresti potuto fare? Lo scienziato. Ed attenzione! Non si distoglie molto dall’umorismo questo mestiere perché lo scienziato, come il comico, usa il cosiddetto “pensiero laterale” che gli permette di arrivare alla soluzione percorrendo strade inusuali, assurde e improbabili ai molti. I più grandi scienziati erano anche ottimi comici che scrissero aforismi indimenticabili, basti pensare a Albert Einstein, Benjamin Franklin e molti altri che son passati dalla scienza alla letteratura. Poi come appassionato di storia, il “Barbero” non mi sarebbe dispiaciuto esserlo, anche se il suo modo di comunicare così coinvolgente ricorda una stand up comedian.
7. In un’epoca dominata dalla televisione, perché ritornare a fare le piazze o teatri? Perché il cabaret nasce nei locali del “dopo teatro”, il suo luogo naturale dove ci si esprime senza mezzi termini, dove si coglie e si improvvisa, dove il linguaggio e i temi trattati scorrono liberi senza inibizioni di alcun tipo, in quei luoghi di varia umanità fatta di papponi, prostitute, amanti, gente sola, imprenditori in cerca di emozioni, commessi viaggiatori, coppiette e giovani sbandati, nei sobborghi di quella città vecchia dove come dice Umberto Saba “Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via.”
8. Nei panni di uno spettatore, rideresti alle tue battute? Difficile a dirsi, mi è successo di ridere ad alcune mie battute che avevo dimenticato di averle scritte, ci sono blog su internet che mi hanno fatto dei tributi e ogni tanto saltano fuori e ci rido di gusto come non fossero mie.
9. Il ricordo più bello della tua carriera? Ce ne sono tanti, ma il più piccolo di questi è il più grande: un bimbo di 3 forse 4 anni mi si avvicinò un giorno tra tutti i “grandi” che affollavano il back stage, si fece largo, mi puntò e col dito accusatorio e il broncio e mi disse “Tu! Mi hai fatto ridere sai!” e sparì tra le gambe della gente.
10. Quello più imbarazzante? E’ il ricordo che porto nel cuore perché il comico vive di sconfitte: Ultimo dell’anno a Modena in discoteca, dopo cinque minuti arrivò una pioggia di bottigliette di acqua minerale… Piene! A mente fredda dico che fu l’emozione più grande paragonata all’applauso e agli urli di 3000 persone che mi capitò di ricevere ad un Rock Concert a San Gallo quando intervallavano i concerti con numeri comici. è un cerchio che si chiude.
11. Potresti diventare un donatore di sangue? Assolutamente si, vincendo la mia ritrosia per l’ago! Credo sia un gesto che non è solo un dovere ma un diritto. Penso che il sangue non sia tuo come tu non sia tuo ma fai parte del mondo e questo mondo se ti chiede aiuto tu hai il dovere e il diritto di dare.
12. Perché No (eventualmente)? Il no non ha senso di esistere se c’è in ballo una vita da salvare.
13. La tua più bella battuta…Non so se sia la più bella battuta questa che citerò, ma sicuramente è quella alla quale sono più legato, scritta da giovanissimo, tanto giovane e fa così: Ti parlo con gli occhi,Ti sento con le mani,Ti tocco con le orecchie, insomma, non ne faccio una di giusta.
Abbiamo avuto incontri difficili, ma poi le persone per bene sanno come fare …Grazie DIEGO, alla prossima, qui il tuo video legato alla donazione del sangue!