Riso fa buon sangue intervista FRANCESCO DAMIANO l’artista più fluo del panorama italiano, ma l’intervista non è fluo ma bio
“Francesco Damiano (Giallorenzo): i suoi spettacoli sono una fonte inesauribile di intrattenimento, sorrisi, gag e sudore. Un cabarettista che non fa “solo” ridere (come se fosse facile…), ma anche con tanta umanità. In Tour con gli Amici del Cabaret, in Veneto e non solo, per gli spettacoli di Riso Fa Buon Sangue.”
Sofia Facchin : ECCOCI QUI CON FRANCESCO DAMIANO. DOPO UN’ESPERIENZA TELEVISIVA CON ZELIG (video), TI RITROVIAMO ALLA PRESE CON UN NUOVO TOUR E CON NUOVE SERATE…È IL TUO MONDO!
Francesco Damiano: Sì, immerso tra la gente, per la gente. Nuovo tour, gente nuova, piazze nuove e tanti sorrisi da raccogliere e, perché no, anche tanti nuovi donatori AVIS.
D: IL TUO APPROCCIO ALLA COMICITÀ. PARLACENE.
R: Forse, fin da bambino -beh sì, lo so, sembra un luogo comune, ma fin dal tempo delle elementari- ho iniziato con le imitazioni, oppure, in piedi sulla sedia, a raccontare le barzellette davanti ai parenti. Sono stati i primi momenti in cui mi sono reso conto di avere una predisposizione, una vocazione. Ho sempre avuto la dote di trasformare qualsiasi episodio in uno sketch e questo lo devo principalmente a mia mamma, grande maestra. Con lei, non c’era volta che in casa non raccontasse una sua giornata di lavoro come uno spettacolo comico, con tanto di colpi di scena e finali clamorosi.
D: CHI È FRANCESCO DAMIANO?
R: Un coione!! Nooo scherzo. Sono schietto di natura, ma riflessivo. Un calcolatore, ma anche una persona di cuore, che si dona con slancio senza aspettarsi di essere ricambiata. Uno che ha scelto la formazione e la gavetta prima di approcciare alla Tv.
D: COSA RAPPRESENTA, PER TE, LA COMICITÀ ?
R: Un modo di comunicare, un modo di essere, una scelta di vita, un modo per entrare in empatia con le persone, tutte, contemporaneamente. Una grande energia, l’opportunità di prendere un’altra direzione, la voglia di reagire, scardinare, sovvertire, di stupire….. ehm… devo continuare?
D: QUALE MESTIERE AVRESTI POTUTO FARE?
R: Qualsiasi nel campo matematico-scientifico, infatti per 10 anni ho lavorato come consulente informatico presso banche e compagnie assicuratrici. Sono sempre stato un precisino e perciò qualsiasi mestiere che avesse a che fare con i conti, i numeri… se uno ci pensa bene, anche la comicità è matematica.
D: COME FA UN BANCARIO A TRASFORMARSI IN UN COMICO?
R: Perché arriva per tutti un momento, di solito durante un periodo di stabilità o di crisi, in cui ti poni la fatidica domanda: “Ma io sono soddisfatto della mia Vita?” e subito dopo: “Cosa avrei voluto fare veramente? O meglio, cosa avrei voluto essere veramente? CHI SONO e CHI vorrei ESSERE?”.
D: QUALE ALTRO MESTIERE AVRESTI POTUTO FATE?
R: L’ho già detto. Ah, non considerando l’informatica, beh…nel campo artistico, mi vedo proiettato in un futuro molto lontano, un insegnante o un regista, o organizzatore di grandi eventi.
D: IN UN’EPOCA DOMINATA DALLA TV, PERCHÉ FARE LE PIAZZE?
R: Perché è l’unica realtà che conta. La TV è effimera, è una bolla di sapone, così grande, ma anche così fragile, oggi sei su e UN MINUTO dopo, pufff, nessuno si ricorda chi sei e cosa sei. Quindi la piazza ti riporta nella dimensione più concreta e duratura. Ovviamente è la via più in salita per arrivare in cima…. ma è la grande opportunità per crearti fondamenta più forti, per restare su.
D: NEI PANNI DI UNO SPETTATORE, RIDERESTI ALLE TUE BATTUTE?
R: Assolutamente sì, anzi diffido di coloro che non si lasciano andare ad una sana, smodata e incontrollata risata di gusto, di pancia (come si suol dire). Anche su battute già sentite e di cui si conosce già il finale. Non giudico, ma penso a me e dico che NON lasciarsi coinvolgere da una risata è come mettere la freccia per un sorpasso e poi dover rinunciare.
D: IL RICORDO PIÙ BELLO DELLA TUA CARRIERA?
R: Lunedì 30 gennaio 2012, la prima volta sul palco del Teatro Arcimboldi di Milano, insieme a Claudio Bisio e Paola Cortellesi. Andò benissimo, avevo i brividi e l’adrenalina a mille!!!!
R: Quando alcuni (pochissimi, per fortuna) organizzatori non rispettano i patti presi, o peggio, fanno la cresta sul tuo compenso, dopo averlo pattuito, oppure provano a scontarti qualche euro adducendo cause di forza maggiore, la nonna malata, il carovita, la serata umida, il periodaccio, poco pubblico, la crisi politica mondiale, “ti faccio un bonifico di quello che resta”, “questi c’ho!”.
D: VENIAMO A NOI! SEI UN DONATORE DI SANGUE?
R: Sì.
R: Sì, certo. Sono arrivato anche a fare 3 donazioni in un anno.
D: PERCHÉ?
R: Perché è un gesto di grande umanità e generosità. Doni un po’ del tuo, perché non ti costa nulla, ma fai un grande beneficio ad uno sconosciuto o sconosciuta che ne ha bisogno. E poi perché è uno scambio, ovvero – magari un domani- potrei essere io a beneficiarne.
D: HAI IL TERRORE DEGLI AGHI O ALTRE PAURE?
R: No, per niente, ho scelto di non aver paura, e così è stato.
D: ALLORA CI SI VEDE IN GIRO CON RISO FA BUON SANGUE 2014?
R: Assolutamente sì, non vedo l’ora di divertirmi e soprattutto far divertire. Venite numerosissimi, cosa c’è di più bello di una bella serata passata insieme a tanta gente che ride? E…. il riso fa buon sangue!!!!!