intervista di Cibotto Enrico direttore artistico Riso fa buon sangue 4 maggio 2020, Esordisce nel 1985 al ”Derby Club” e al “Ca’ Bianca” storici locali del cabaret milanese. Partecipa al “Drive In” di A. Ricci e si classifica al 1° posto come cabarettista nel gruppo di comici proposti da Pippo Baudo in “Fantastico7”. E’ ospite fisso nelle trasmissioni…
TV “Jeans”, “Avanti senza spingere” e “Paperissima Sprint” dove viene eletto personaggio comico, rivelazione dell’estate ’97. E’ ospite nella trasmissione BULLDOZER di RAI 2 nel 2004 e nel 2005 a “Colorado Cafè”.
1. Ciao ROBERTO ti ritroviamo a casa in questo periodo “particolare”, un mondo diverso dal tuo mondo di serate e di pubblico che assiste i tuoi show…direi che è una scelta dettata dalle situazioni, che fa in questi casi un comico, un artista? Che fa un Comico…. cerca di dare un sorriso agli altri attraverso il Web… e wubbè! E rubando una frase del grande Totò vi dico: “manda qualcuno su questa terra (in questa pandemia) capace di far ridere a me, come io faccio ridere gli altri!” Dato che io sto così da cani che quando piscio alzo la gamba!
2. Chi sei? Chi sono… che domandina… recluso con tutta la famiglia ti rispondo citando sempre qualcuno, e in questo caso il grande Shakespeare: “essere o non essere” in questo periodo di quarantena si comprende di più ciò che non sei, piuttosto ciò che sei! E io ho capito con fermezza e durezza che a casa mia sono io che porto i pantaloni… a mia moglie quando me li chiede…
3. Che rappresenta per te la comicità? La comicità è la lente deformante della vita! Ed è la chiave che permette a noi comici di sopravvivere alla nostra sensibilità! Senza la comicità avrei la depressione come sorella. E ritengo e sostengo che che il genere comico che ho scelto: “il Cabaret” sia il Jazz del teatro.
4. Quale mestiere facevi prima di entrare nel mondo dello spettacolo? Dal batterista Jazz al ballerino di Break Dance e Il Cameriere nel tempio del Cabaret Milanese “il Derby”. E li ho conosciuto e vissuto tutti i grandi e da loro ho umilmente imparato questo meraviglioso mestiere. Ho avuto Maestri della comicità come Gianni Caiafa, (una delle spalle di Totò) Walter Valdi che disse di me: “questo è un comico mica da ridere!”
5. Come fa uno che ha fatto il tuo lavoro a trasformarsi in comico? Comici si è dentro in qualsiasi lavoro o rapporto umano che hai. Farlo è solo comprendere e utilizzare ciò che sei per renderlo una missione nella propria vita.
6. Quale altro mestiere avresti potuto fare? Il batterista, il pittore, e dato che (come dice mia moglie) ho sempre la testa tra le nuvole l’astronauta.
7. In un’epoca dominata dalla televisione, perché ritornare a fare le piazze o teatri? La televisione non potrà mai sostituire il vero contatto con il pubblico che si ha solamente Vis a Vis. La percezione di una battuta o di una situazione, sia che tu sia il comico o lo spettatore, è supportata dall’energia è il collegamento che trasmettiamo agli altri e ne percepiamo l’autenticità. Ma questo vale per tutte le forme d’arte non solo nella comicità, per esempio: tra i miei pezzi faccio le pipì nel mondo è una volta ho trasmesso così tanto che una s’è pisciata sotto!
8. Nei panni di uno spettatore, rideresti alle tue battute? Un comico ride sempre alle sue battute, chi non lo fa non è un comico, è un interprete.
9. Il ricordo più bello della tua carriera? Ne ho più di uno ed è sempre legato più all’aspetto umano che artistico. Partendo dal festival di Loano seguito Da Antonio Ricci e Beppe Recchia, dove arrivai secondo. Passando da Fantastico 7 dove vinsi come comico ed ed di l’onore di conoscere un fantastico Pippo Baudo il quale mi insegnò come fare televisione, e tra noi concorrenti c’era una collaborazione umana è un aiuto impressionante. E il successivo rapporto che ebbi con Alberto Bevilacqua è tutto il cast nel film “Tango blu” e come posso scordare di essere stato il primo comico che ha lavorato con la stupenda Michael Hünziker a Paperissima Sprint. E come potrei dimenticare il Guinness World Records nel Parco delle Farfalle ad Adora dove, con altri 9 comici… abbiamo realizzato uno spettacolo continuo di 35 ore senza mai scendere dal palco… ancora imbattuto. Non potrei mai scordare il momento serale, quella risata di 15 mila persone che mi spostava. Il brano scritto con Roberto Turati per scherzo che vendette 15 mila copie in una settimana e divento lancio azzurro a 105 Network. E li Cactus d’oro come miglior poeta a Colorado Caffè! E tante ma tante altre esperienze che hanno reso la mia (non ancora finita) carriera artistica degna di essere vissuta.
10. Quello più imbarazzante? Ce n’è uno che non dimenticherò mai, ma perché descriverlo per sentirmi ancora imbarazzato?
11. Potresti diventare un donatore di sangue? Lo sono stato per anni poi, purtroppo a causa del fatto che assumo determinate pastiglie non posso più donarlo, ma con mia figlia, proprio qualche giorno fa ne abbiamo parlato e vuole diventare una donatrice. Mi ha reso orgoglioso!
12. Perché No (eventualmente)? Allora non stai attento alle mie risposte! Hahahaha!
13. La tua più bella battuta…Credo che per un Comico non ci sia mai una battuta in particolare che ci faccia più o meno ridere, è il pubblico che con la sua risata sceglie per noi la battuta più bella.!
tanta esperienza, e sul palco una forza della natura…ciao ROBERTO, qui il tuo video legato alla donazione del sangue!