intervista di Cibotto Enrico direttore artistico Riso fa buon sangue 26 aprile 2020
Il loro sodalizio ha inizio molti anni fa. La loro complicità’ e’ davvero straordinaria. Basta uno sguardo per creare una serie di battute improvvisate. La cosa più’ bella, perché’ la loro spontaneità’ sul palco e il saper trasmettere alla gente tanta allegria. Il pubblico diventa protagonista dei loro cabaret e i personaggi da loro inventati sono verosimili. Questa capacita’ di arrivare direttamente nel cuore e nella testa della gente e’ data dalle pittoresche battute riprese dalla quotidianità’. I personaggi femminili più’ apprezzati sono le due vecchiette Virginia e Flora o la badante ucraina Svetlana; mentre i personaggi maschili, più’ famosi, sono il cuoco Gustavo La Sopa, il maitre sommelier Consiglio Brasato o Berto l’ubriacone. Insomma, per Marco e Francesco, fare cabaret e’ del
tutto naturale, con la loro semplicità’ danno vita ad uno spettacolo eccezionale. Alla base di tutto ci sta il divertimento ma soprattutto la gioia perché’ la miglior medicina, per star bene con se stessi, e’ il sorriso. Marco e Francesco sono due grandi comici e le loro commedie meritano assolutamente di essere viste. Quando parteciperete ad uno dei loro spettacoli non potrete piu’ farne a meno.
1. Ciao FRANCESCO ti ritroviamo a casa in questo periodo “particolare”, un mondo diverso dal tuo mondo di serate e di pubblico che assiste i tuoi show…direi che è una scelta dettata dalle situazioni, che fa in questi casi un comico, un artista? A Eccomi ,beh che dire: mi sono ritrovato pieno di tempo libero, e quindi sicuramente tanto riposo; certo anche TV, internet, qualche video su whatsapp con Marco Cadorin, Davide Stefanato e fra non molto con Lorenzo Zamboni; ma ne ho approfittato anche x sistemare armadi, cassetti, garage, etc..e la cosa buffa è che ogni tanto salta fuori da uno scatolone qualche oggetto che non si sa chi lo abbia portato là..tipo un strumento elettronico in uso ad elettricisti o idraulici che rileva la presenza di tubi ,cavi all’interno di un muro etc.Poi mi rendo conto che l’ho acquistato io 10 anni fa’. Questa è una delle prove tangibili del cambiamento delle persone ed un indicatore valido è: l’acquisto compulsivo :evoluzione o regressione? Di me devo ancora capire..
2. Chi sei? Sono Francesco Sartoretto, ho iniziato a calcare il palcoscenico quasi x gioco, mi ci aveva portato una mia amica nel lontano 1991. Poi sono entrato nella mitica compagnia teatrale amatoriale Oberon di Montebelluna (Tv) con cui fino agli ultimi anni ho collaborato con Lorenzo Zamboni (con cui collaboro ancora) Cristina Viezzer, Dante Bottega, Wanda Storgato ,Monica Venturin ed anche Marco Cadorin con cui collaboro tutt’ora nella coppia Marco e Francesco. Tutte belle persone con cui ho condiviso tra i più bei anni e momenti della mia vita, tanto mi ha dato il teatro. Poi da 12 anni sono approdato appunto al cabaret..etc. etc..
3. Che rappresenta per te la comicità? la comicità x me è divertimento, è l’antidoto contro la tristezza ed il cattivo umore. È uno degli elementi basilari che danno felicità.
4. Quale mestiere facevi prima di entrare nel mondo dello spettacolo? Diciamo che non sono un comico professionista e tutt’ora faccio il conducente di autobus haimè… perché poi sono diventato un incorreggibile obeso mentre nei lavori che svolgevo prima, tipo il muratore e poi ancora nell’edilizia, almeno, non avrò avuto una tartaruga alla Bruce Lee nella zona addominale, ma neanche una foca monaca come quella che mi ritrovo adesso alla Danny de Vito??
5. Come fa uno che ha fatto il tuo lavoro a trasformarsi in comico? La comicità e l’umorismo x me sono cose innate o forse ,x essere più introspettivi le condizioni che le fanno nascere sono l’ambiente in cui vivi, in parte la genetica, un fisico ed una faccia che si prestano, essere buoni osservatori etc. Ma non ci ho visto alcuna connessione con le professioni che ho svolto.
6. Quale altro mestiere avresti potuto fare? beh..mi sarebbe piaciuto fare il porno starr oppure il campione di sci nello slalom gigante ma considerando che sono specialità che richiedono entrambe un importante attrezzatura..penso che sia più probabile che mi sarei fatto delle belle discese sulla neve
7. In un’epoca dominata dalla televisione, perché ritornare a fare le piazze o teatri? Beh… perché la televisione, da quando è nata, è stata in primis l’indiscussa incantatrice delle folle dagli anni 50..io x dire penso di essere incantato appunto e drogato di TV che avrà pure la sua utilità ma se fossi capace di “disintossicarmi” quanti più libri leggerei. E teniamo presente che mentre la guardiamo generalmente siamo chiusi nelle nostre case. Ecco perché sceglierei le piazze ed i teatri, primo perché sono quelli i luoghi in cui faccio cabaret; ma anche x una risposta molto semplice: nei teatri e piazze c’è la socializzazione, le persone s’incontrano, si parlano e soprattutto quando recitiamo sul palco, di fronte abbiamo un pubblico vero..
8. Nei panni di uno spettatore, rideresti alle tue battute? Probabilmente di diverse mie battute si riderei, durante le barzellette che racconto, x esempio, molto spesso rido anch’io come fossi uno spettatore delle scene buffe che descrivo e racconto…
9. Il ricordo più bello della tua carriera? È stato nel teatro quando recitavo (si fa’ per dire perché parlo di uno spettacolo comico ma muto) con la compagnia Oberon nello spettacolo Tre Vite in Affitto tratto dal capolavoro Entretres dei Tricicle di Barcellona. Spettacolo faticosissimo ma anche divertentissimo x noi attori ma anche x il pubblico..
10. Quello più imbarazzante? Sempre a teatro con la mia compagnia Oberon, nello spettacolo Vacanza Premio. C’era una scena in cui facevamo il gioco dello spogliarello con le parole e loro sinonimi dove chi sbagliava si spogliava..eravamo due uomini e due donne in scena ed io sbagliavo parole ma quelle vere del testo e facevo sudare 7 camice a quelli che recitavano con me perché poi ripetendo il giro rifacevo gli stessi sbagli..Io non l’ho mai detto ai miei colleghi attori ma ci soffrivo in quei momenti, soffrivo tanto e durante la scena penso che mi avrebbero preso volentieri a calci in culo. Davvero imbarazzante, x fortuna alla fine dello spettacolo finiva tutto a tarallucci e vino..
11. Potresti diventare un donatore di sangue?no.
12. Perché No (eventualmente)? x problemi fisici personali; se fossi in piena salute, certo lo donerei
13. La tua più bella battuta…non me ne vengono in mente al momento, e proprio non saprei quale sia la più bella, non ricordo;;; ne ho pensata una, ma di semplice: quando guido il pullman ed quella dell’anziano in fermata che mi riprende in tono serio quando sale e mi dice :” l’altro giorno te me ha insegná che x far fermare a corriera deve alzare el braccio, ieri l’ho fatto, perché no te te siè fermá?!?!?!!!!”:”mi ho capío che lu el xe stato bravo, e l’avrà anche alzá el braccio certo, ma se el vol prendar a corriera : bisogna anca che el vegne fora dall’osteriaaaaa!!!!”
l’altra parte della Luna, sempre quasi nascosta, ma affascinante allo stesso modo
Grazie FRANCESCO!