intervista di Cibotto Enrico direttore artistico Riso fa buon sangue 19 aprile 2020
Voce profonda, almeno quanto i temi che affronta con apparente leggerezza, rifugge ai travestimenti e ai lazzi pseudoclauneschi. Non vuole trasmettere messaggi, dice e ripete che non ha niente da insegnare a nessuno e, addirittura, afferma di non sapere di preciso ciò che vuole. E non gliene importa niente. Perché, di sicuro, sa ciò che non vuole. La comicità di Patrucco attinge e si alimenta dall’infinito serbatoio della realtà. Con una sua personalissima strategia
discorsiva, tratta un argomento, lo rivolta, creando vivissima attesa, per giungere, con arguzia e irresistibile comicità, ad inaspettate conclusioni. Nei testi che scrive e recita c’è sempre il filo di un ragionamento che, dopo e al di là dell’effetto comico, fa meditare. Alberto Patrucco, come pubblico e critica testimoniano, è oggi uno degli attori comici più completi e rappresentativi del nostro cabaret.
1. Ciao ALBERTO ti ritroviamo a casa in questo periodo “particolare”, un mondo diverso dal tuo mondo di serate e di pubblico che assiste i tuoi show…direi che è una scelta dettata dalle situazioni, che fa in questi casi un comico, un artista? Più o meno, quello che fanno molti. O almeno, credo. Ascolto musica, leggo, guardo film; faccio cose, non vedo gente..
2. Chi sei? Alberto Francesco Vito Riccardo Patrucco. In arte, Alberto Patrucco.
3. Che rappresenta per te la comicità? Qualcosa di abbastanza lontano da me. Alla comicità, ho sempre preferito l’ironia e l’umorismo.
4. Quale mestiere facevi prima di entrare nel mondo dello spettacolo? Nessuno. Non ho mai lavorato “sul serio”.
5. Come fa uno che ha fatto il tuo lavoro a trasformarsi in comico? Stando ben attento a non diventare ridicolo.
6. Quale altro mestiere avresti potuto fare? L’avvocato. Delle cause perse. Non è una boutade.
7. In un’epoca dominata dalla televisione, perché ritornare a fare le piazze o teatri? Bisogna fare di necessità virtù.
8. Nei panni di uno spettatore, rideresti alle tue battute? Ovviamente no. Anche se, giusto per non fare il falso modesto, qualcuna non mi dispiace affatto.
9. Il ricordo più bello della tua carriera? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
10. Quello più imbarazzante? Repetita iuvant. Mi riavvalgo della facoltà di non rispondere.
11. La tua più bella battuta…Quella che devo ancora scrivere!
tanti anni fa credo 1990 ci incontrammo e… Grazie ALBERTO alla prossima, qui il tuo video legato alla donazione del sangue!