IBA2016: “Una serie di sfortunati eventi” (da affrontare con il sorriso!)
Lasciatemi iniziare citando il titolo di una deliziosa opera di Lemony Snicket: “una serie di sfortunati eventi”. Perché questa seconda edizione del concorso ITALIAN BLOOD AWARDS sembra essere vittima di una serie di spiacevoli e concatenati ritardi.
Affermazione non proprio rassicurante, vero? Eppure – problema relativo al sito che ha rallentato le votazioni (vi ricordate l’attacco hacker?) a parte – il fulcro dell’ostacolo principale alla concreta realizzazione della serata di premiazione dei concorrenti, risiede nell’essenza stessa dell’iniziativa! Ovvero? IBA è COMPLETAMENTE SOLIDALE quindi, per esistere, ha bisogno del sostegno di una terza (o più) entità (Avis, associazioni ecc…).
Onestamente ci rendiamo conto che da qualche mese non aggiorniamo le comunicazioni inerenti agli IBA. Ma questo silenzio non ha significato inoperosità perché gli ingranaggi di Riso Fa Buon Sangue, associazione che promuove il concorso, hanno continuato a lavorare, cercando un partner che potesse ospitarci, insieme ai vari candidati in gara, nella propria città.
Abbiamo sempre fatto dell’onesto rapporto con il nostro pubblico un vanto e proprio ora, che più abbiamo bisogno di essere compresi, non smetteremo di seguire questa linea di comportamento: ammettiamo che l’attuale ricerca di una collaborazione non è stata (e non è, continuando tutt’ora) facile. Abbiamo ricevuto anche qualche NO e credo che questo sia giusto dirlo apertamente, non per sgravare su altri la colpa o per dare il via a sterili polemiche, ma semplicemente per rendere partecipi, in tutta trasparenza, i concorrenti della situazione che stiamo affrontando. Ci rendiamo anche conto che non è sempre immediato riuscire a coinvolgere terze persone in una iniziativa innovativa, quale quella in esame. C’è sempre il dubbio che non sia efficace, che non riesca a comunicare bene il messaggio giusto e, ovviamente, il timore di un…beh, di un fallimento.
Eppure, per noi, creare gli IBA è stata la naturale conseguenza di un lavoro lungo ormai 7 anni, sempre a contatto con le persone, il loro impegno e il loro entusiasmo. Un apporto sociale spesso dato nel silenzio, nell’incomprensione, fra i preconcetti e le difficoltà amministrative, burocratiche e quotidiane. Noi volevamo semplicemente, sotto la forma di un concorso, per rendere il tutto più “frizzante”, dare l’opportunità di valorizzare questi singoli, e le loro associazioni, senza limiti. Per questo abbiamo dato spazio e voce anche a chi l’impegno della donazione lo vive (o lo ha vissuto) LETTERALMENTE SULLA PROPRIA PELLE, dovendosi sottoporre a terapie trasfusionali di vario genere.
Ma veramente… veramente non volevo parlare di questo. Ho iniziato a scrivere con l’intento di fare un riepilogo della situazione attuale IBA e invece mi sono fatta trasportare via.
Mi scuserete, ma quando si crede veramente in qualcosa, l’attesa e la ricerca dei fondi per la sua realizzazione creano un sentimento di insoddisfazione. Il tutto è ampliato dal fatto che io, in prima persona, mi sono esposta e impegnata per la buona riuscita del concorso e ora mi trovo nell’impossibilità di dare risposte certe alle diverse persone coinvolte che, giustamente, reclamano informazioni.
Tornando a noi: in concreto, quale si trova ad essere la situazione attuale?
– Gli IBA SI SONO CHIUSI, ma -se ben ricorderete- non abbiamo ancora svelato i piazzamenti perché volevamo farlo alla conclusione di tutti i travagli amministrativi. Solo in quel momento, potendo contare su una data e luogo certo di premiazione, ci sarebbe stata la rivelazione finale. Diciamo che preferiamo mantenere il fattore sorpresa, sperando che le lungaggini non abbiano minato l’entusiasmo di tutte le persone coinvolte.
– Stiamo definendo la possibilità di essere ospitati da una determinata Avis. Non possiamo ancora dire quale, ma, proprio in questi giorni, stiamo aspettando maggiori informazioni in merito.
Ho sempre sostenuto, e come Ufficio Stampa di RFBS lo ho detto più volte, che la frase “volere è potere” non è sempre vera, soprattutto in questi ambiti organizzativi dove si deve tenere conto di forze maggiori della singola volontà.
Riusciremo a portare a termine questa iniziativa, unendo diversi modi di agire e pensare sotto il valore comune della donazione? In attesa che il futuro ci risponda, noi manteniamo il sorriso e la positività.
Grazie di aver letto questo articolo, è per noi molto importante aver avuto la possibilità di esporre la situazione attuale.
Sofia Facchin