“La comicità si basa principalmente sull’immaginazione perché richiede di considerare la realtà in modo nuovo e inconsueto. Proprio quello che è successo a Carnevale, con il gioco collettivo del mascheramento e del travestimento.”
I temi del mascheramento e del travestimento sono un argomento immenso perché sono elementi che fanno parte di ogni cultura popolare (cioè di quello che possiamo chiamare anche folklore). Noi preferiamo soffermarci su questi concetti come tecniche per creare comicità – una comicità basata sulla persona, diversa da quella che nasce dal linguaggio – per esempio grazie all’uso di battute, barzellette o giochi di parole.
Il pubblico di RFBS ha potuto fare esperienza di questa comicità tante volte, grazie alla bravura dei nostri amici comici, che hanno saputo travestirsi e creare una nuova identità . In questo Carnevale appena concluso abbiamo potuto anche noi perdere, per qualche divertente ora, la nostra identità : forse qualcuno di voi ha indossato una semplice maschera, mentre altri si sono travestiti da capo a piedi. Perché l’abbigliamento – se è pur vero che “l’abito non fa il monaco” – può comunicarci chi è quella persona e può anche dirci qualcosa sul carattere e sul suo stato mentale. Se si modifica la nostra esteriorità , ne risentiamo anche noi e vi porto l’esempio classicissimo di quanto ci faccia sentire bene – e quindi camminare con più sicurezza e spavalderia – l’indossare un abito nuovo. Travestirci allora è un gioco che ci permette di essere altri, esprimendo altro di noi.
La maschera, protagonista quindi di ogni evento legato al Carnevale, può anche essere vista in modo negativo perché è qualcosa che sa celare e quindi ingannare. Ma “uscire da sé” non è per forza qualcosa di oscuro, perché ci permette in un certo senso di esplorare le varie opzioni della vita. Per renderci conto di questo basta pensare ai giochi delle parti che fanno spesso i bambini: si divertono, quindi creano momenti legati alla comicità , travestendosi, realmente o solo con la fantasia, ed ecco la funzione importante che riveste l’immaginazione.
Travestirsi è quindi una delle tecniche più valide per creare comicità . Pensiamo a Paolo Favaro e Davide Stefanato, ovvero i nostri supereroi, oppure a tanti altri personaggi che la bravura di navigati comici ha saputo dare vita: pur sapendo che sono frutto di una fantasia, ci siamo affezionati a loro come fossero persone reali perché sono una sfaccettatura dell’artista stesso e della sua professionalità .
Aggiungo una cosa: maggiore è il contrasto che si crea fra chi è travestito e il suo travestimento, più la comicità è assicurata. Vi faccio un esempio riferendomi al bellissimo spettacolo del 23 agosto 2014, a Rosolina Mare (Ro), quando abbiamo ospitato il famoso Max Cavallari, del duo Fichi d’India. Max si è presentato sul palco interpretando la Signora Olga, una vecchietta alle prese con le fatiche dell’età e i problemi con marito, figli e nipoti. E’ stata un performance davvero fantastica, ma il momento che ci ha fatto più ridere è quando l’artista ha perso la parrucca perché grazie a questo “imprevisto” abbiamo potuto vedere, sotto gli abiti femminili, il “nostro” Max e partecipare anche noi al gioco del travestimento, tornando un po’ bambini.
Cari amici, ricordatevi che può essere sempre Carnevale, perché l’immaginazione, la comicità e lo spirito di Riso Fa Buon Sangue sono cosa di tutti i giorni… basta volerlo!