“Visto che vi sono piaciuti parecchio i curiosi articoli sulle “5 cose che (forse) non sapevi sulla risata”, abbiamo deciso di continuare questo divertente gioco. Stavolta parliamo di un argomento molto importante: il sangue.”
Cari amici, l’importanza del sangue era chiara anche ai popoli più antichi, questo perché il legame fra sangue e vita è sempre stato un fatto facilmente sperimentabile dall’esperienza: alla perdita di questo prezioso elemento si va sempre associando il fluire anche della forza (indebolimento) e nei casi più gravi alla perdita della vita stessa (morte). Per questo valore ambivalente, il tema del sangue è difficile e pieno di preconcetti che con l’equazione sorriso = donazione cerchiamo di sfatare.
Eccovi allora 5 piccole curiosità sul sangue e sulla sua storia:
1- Il sangue, proprio perché simbolo di vita, è segno anche di energia e vitalità . In base a tale credenza, fin dall’antichità si è creduto che bere questo liquido ridonasse vigore. Plinio il Vecchio, un autore latino che ci ha tramandato tanti usi e costumi della civiltà romana, ci racconta la pratica di scendere nell’arena, perchè si credeva che, bevendo il sangue dei giovani coraggiosi, forti e atletici gradiatori, si sarebbe potuto ottenere queste qualità . L’usanza che ho appena descritto è sicuramente macabra e, convengo, assolutamente non in tema con lo spirito con cui noi parliamo di sangue, ma che qui ho citato per sottolineare che, per quanto le nozioni mediche, scientifiche e biologiche fossero limitate, l’importanza di questo liquido e il suo valore spirituale, simbolo di coraggio e passione, era già ampiamente riconosciuto. Con i secoli, la sensibilità è cambiata e le nostre conoscenze si sono ampliante, ma qui si possono trovare le primitive origini delle trasfusioni di sangue. Il percorso che porterà la trasfusione di sangue a diventare la pratica sicura che conosciamo è pieno di ostacoli, ma ne è valsa la pena perché oggi è una validissima risorsa che, magari proprio in questo momento, sta salvando la vita a qualcuno.
2- Il primo che si interessa in modo scientifico al sangue è un medico dell’antica Grecia di nome Galeno (129 – 201 circa d. C.). Si tratta di una personalità molto acuta che compie i suoi studi sezionando vari animali. Questa pratica, ci può sembrare amara, ma dobbiamo capire che all’epoca si trattava dell’unico modo possibile per studiare l’anatomia dell’uomo e la sua circolazione sanguigna, perché le ricerche su questo campo erano considerate immorali: questo perché la sacralità che aveva il corpo del morto in questa cultura era totale, senza contare la reverenza nei confronti del cuore, che si credeva sede dell’intelletto e quindi di ciò che ci rende uomini pensanti.
3- Senza scendere in tediosi particolari, Galeno formula la teoria per cui dal cuore parte un liquido vitale, il sangue appunto, che -prodotto dal fegato- porta la vita al resto del corpo. Ma ci vorranno ben 1500 anni, un tempo lunghissimo vero? …per dimostrare che il sangue circola in modo continuo dal cuore alla periferia -e viceversa- e che non si “consuma” nel suo fluire.
Con questa scoperta, a opera di William Harvey (1578-1657), si può far coincidere la nascita dalla scienza moderna!
4- Perché si dice che una persona vitale e vivace è di “umor sanguigno” e diversamente, una persona giù di morale che è di “umor nero“? Queste espressioni sono davvero antiche e hanno origine dall’antica teoria degli umori, cioè dei fluidi che sarebbero presenti nel nostro corpo: sangue, bile, flegma e successivamente, si introduce un quarto elemento chiamato bile nera. Si considerava la bile e la flegma responsabili delle malattie, mentre il sangue era l’umore della vita: essi dovevano essere presenti nel corpo, in perfetto equilibrio, diversamente ci si ammalava. Ovviamente queste teorie sono ormai sfatate, ma la persistenza di tali modi di dire ci dimostra che sono state per moltissimi secoli alla base della medicina antica.
5- E perché si dice che i nobili hanno il “sangue blu“? Non è molto chiaro da dove nasca questa particolare espressione. I nobili, diversamente dagli strati più bassi della popolazione che lavoravano, si esponevano poco al sole e dunque avevano un colorito pallido che esaltava il colore bluasto delle vene (in alcune versioni invece, è che non uscendo all’aria aperta e vivendo al chiuso il sangue, fosse poco ossigenato).
Altra la teoria è quella per cui i nobili, sposandosi spesso fra consanguinei, si ammalassero di una malattia chiamata emofilia, che non permette una perfetta coagulazione del sangue favorendo emorragie e provocando lividi.
Diversa la versione per cui il colorito blu fosse a causa di un’altra malattia, l’argiria, che i nobili contraevano mangiando in ricercate stoviglie d’argento. In sostanza si trattava di un avvelenamento da argento. Incredibile, vero? Infatti il rosso (di Riso fa Buon Sangue) è molto meglio! 🙂
Queste sono solo 5 curiosità che ruotano attorno al sangue: alcune viste con i nostri moderni occhi, più che curiose ci sembrano macabre, ma è proprio dalla medicina greca e romana che nasce il nostro sapere medico, anche in questo ambito.
Noi di Riso Fa Buon Sangue ci impegnamo per farvi conoscere il “pianeta sangue” con il sorriso perché la donazione è un gesto che prima di tutto deve essere consapevole!
E voi siete donatori consapevoli? Sapevate queste 5 cose?
Scrivete a ufficiostamparfbs@gmail.com per raccontarcelo. A presto!